10 cose incredibili al Louvre che non sono la Monna Lisa

Non vedi l'ora di visitare il Louvre? Abbiamo stilato un elenco dei 10 capolavori da vedere oltre alla Monna Lisa nel Museo del Louvre.

Attrazioni

Va bene, l'hai fatto: sei qui al Louvre, il più famoso Museo della Francia. È anche noto per la presenza della vernice più famosa al mondo, la Gioconda di Leonardo.
Cosa farai? Vedrai la Mona Lisa e poi tornerai in hotel? Per favore, non farlo.
Per evitare questo comportamento vergognoso, abbiamo creato una lista dei 10 capolavori da vedere oltre alla Gioconda nel Museo del Louvre.

10. La libertà che guida il popolo, Eugene Delacroix, 1830

Liberty Leading the People, Delacroix

Questo iconico quadro viene spesso confuso per una rappresentazione della Rivoluzione Francese; talvolta persino utilizzato per raffigurarla. In realtà, Delacroix ha dipinto un’altra rivolta, accaduta 40 anni dopo la presa della Bastiglia. Un’evento noto come Rivoluzione di luglio del 1830 durante la quale fu rovesciato Carlo X, ultimo sovrano della dinastia dei Borbone.

9. Vittoria alata di Samotracia, 190 aC, Grecia antica

Winged Victory of Samothrace, Ancient Greece

Nike era la dea della vittoria presso le polis elleniche dell’antica grecia.
Non è un caso che sia anche il nome di un famoso brand e tutto parte da questa statua.
La dea alata senza testa ha ispirato il riconoscibilissimo logo, solitamente chiamato “baffo”, che altro non è che una stilizzazione della sua figura!
La Nike di Samotracia è una delle poche statue elleniche sopravvissute in originale e non tramite riproduzioni di epoca romana.
È alta 244 centimetri e fu originariamente eretta per celebrare una grandiosa vittoria navale del generale macedone Demetrio Policrate

8. Schiavo Morente, Michelangelo, 1516

Dying Slave, Michelangelo, 1516

Leonardo non è l’unico grande artista italiano esposto qui al Louvre. Lo Schiavo Morente di michelangelo fu inizialmente commissionato per la tomba del papa Giulio II. La sua figura si regge a malapena in piedi e l’obiettivo dell’opera è evocare quel momento poco prima della morte, quando la vita sta per abbandonare il corpo. 
La statua è più alta di due metri e rappresenta un elegante esempio delle tecniche rinascimentali e della potenza espressiva di Michelangelo, in particolare.

7. La zattera della Medusa, Théodore Géricault, 1819

The Raft of the Medusa, Théodore Géricault

Il tragico quadro di Théodore Géricault è diventato un archetipico esempio delle tecniche compositive proprie del Romanticismo pittorico. L’opera è ispirata a un fatto realmente accaduto: il naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 2 luglio 1816. La stampa dell’epoca insistette su dettagli raccapriccianti, raccontando di come i sopravvissuti, a bordo di una zattera, soffrirono fame e sete al punto da spingersi al cannibalismo.
Géricault sceglie di rappresentare tutta questa sofferenza ma anche di fotografare la forza della speranza, disponendo tutti i corpi in un vortice dinamico che punta verso la salvezza.

6. Grande Sfinge di Tanis, 2600 aC, Antico Regno

Great Sphinx of Tanis, 2600 BC, Old Kingdom

Non tutte le sfingi sono colossali e non tutte si trovano in Egitto. La sfinge di Tanis è una delle più grandi custodite fuori dall’Egitto e, dicendo che non è colossale, non vogliamo affatto suggerirvi sia piccolina. L’iconico animale mitologico è alto più di un metro e ottanta e lungo quasi cinque.
Fu trovato nel 1825 tra le rovine del Tempio di Amin, a Tanis, durante quella che viene ricordata come la grande era dell’egittologia. È importante ricordare, infatti, che l’egittologia moderna nacque proprio qui in Francia, a seguito delle campagne napoleoniche.

5. San Giovanni Battista, Leonardo da Vinci, 1516

St. John the Baptist, Leonardo da Vinci

Se amate Leonardo, avete molto altro da vedere qui al Louvre oltre la Monna Lisa.
Il San Giovanni Battista è una delle sue opere più enigmatiche. Nel quadro, vediamo San Giovanni, l’uomo che battezzò Gesù Cristo, emergere dall’ombra con un sorriso ambiguo, mentre punta il dito verso l’alto. Il significato dell’opera è tutt’ora dibattuto: alcuni sostengono alluda all’enigma della creazione, altri la ritengono una celebrazione della dualità sostanziale di carne e spirito, molti sottolineano il suo aspetto androgino ed erotico insieme, molto strano per la raffigurazione di un santo.
È considerato l’ultimo quadro dipinto da Leonardo.
 

4. Giuramento degli Orazi, Jacques-Louis David, 1784

Oath of the Horatii, Jacques-Louis David, 1784 T

Questo dipinto di David racconta una storia struggente. Mostra il momento in cui tre fratelli, gli Orazi, giurano di combattere in duello contro altri tre giovani provenienti dalla vicina Alba Longa. Roma e Alba Longa, allo scopo di risolvere una contesa senza continuare la guerra, avevano scelto di ricorrere a un triplice duello; come si farà poi nelle ordalie medievali per emanare il verdetto di un processo, nel cosiddetto Duello di Dio.
Ai margini della scena, vediamo una donna piangere: è la sorella dei combattenti romani ma anche promessa sposa di uno dei combattenti di Alba Longa. Ogni esito per lei è tragico.
La composizione dei personaggi viene ritenuta uno dei picchi dello stile neoclassico: una rappresentazione solenne e bilanciata, l’esatto opposto del dinamismo romantico che abbiamo visto in Géricault.
 

3. La Merlettaia, Jan Vermeer, 1675

The Lacemaker, Jan Vermeer

La Merlettaia è uno dei quadri più minuti dipinti da Jan Vermeer e mostra una semplicità solo apparente. Raffigura una giovane donna che si dedica con molta attenzione all’arte del ricamo. Sebbene il soggetto sia inscritta in una lunga tradizione - quella della rappresentazione realistica dei mestieri umili - il quadro emana un’aura particolare. È come se non fosse affatto realistico, ma simbolico, quasi astratto. Per dirlo con le parole dello storico dell’arte Lawrence Gowing: “Esiste una e una sola Merlettaia: non siamo in grado di immaginarne un’altra.  Esaurisce la raffigurabilità del soggetto in una singola e completa definizione.”

2. Amore e Psiche, Antonio Canova, 1793

Psyche Revived by Cupid's Kiss, Antonio Canova,

Se gli Orazi di David sono il picco del neoclassicismo pittorico, questa famosissima opera di Canova è il picco del neoclassicismo scultoreo.
La storia che cela è ben nota e viene dal mito di Amore e Psiche come è raccontato nelle Metamorfosi di Apuleio. Psiche è sposata con Eros ma non conosce né il suo volto, né la sua identità: sotto richiesta di Eros, che non voleva rivelare la sua natura divina, ha promesso di non cercare di scoprirla. Una notte cede alla curiosità e tradisce la fiducia del Dio che, offeso, la abbandona.
Canova sceglie di rappresentare un loro momento di amore, mentre Psiche si risveglia dal sonno nelle braccia di Erose.

1. Venere di Milo, Alessandro di Antiochia, 100 aC

Venus de Milo, Alexandros of Antioch

Ma qual era lo stile che i neoclassici cercavano di riprodurre millenni dopo?
Al Louvre troverete anche questa risposta incarnata in una delle statue più famose dell’antichità. La Venere di Milo non è solo la statua greca più nota in tutto il mondo, ma è anche tra quelle meglio conservate.
La scultura rappresenta Afrodite, la Dea greca dell’amore e della bellezza, sebbene sia solitamente chiamata col suo nome romano: Venere.
Laddove alla Nike di Samotracia manca la testa, alla Venere mancano le braccia. Eppure, si potrebbe dire che il suo fascino emani proprio da questa assenza. È come se l’iconicità che l’opera ha raggiunto nel corso della Storia, derivi proprio da questa conformazione non intenzionale, che le ha donato un’apparenza armonica e enigmatica insieme.