Firenze è conosciuta in tutto il mondo per molte ragioni. Arte, storia, cultura, architettura ma anche cibo eccellente e vini eccezionali, di quelli prodotti un po’ ovunque nelle campagne toscane: il prodotto italiano per antonomasia.
All’incrocio tra storia, architettura e cultura del vino, si situa un’antica tradizione che solo i veri fiorentini conoscono bene.
Ma se siete mai stati a Firenze, e se siete dei veri osservatori, avreste potuto notare qualcosa di strano.
Qua e là, sulle mura del centro storico, si appaiono delle piccole aperture, simili a finestrelle o a quelle nicchie dei santi che si vedono in tanti paesini d’Italia, ma senza i santi. A dire il vero, anche chiamarle “aperture” è un eufemismo visto che la maggior parte sono letteralmente murate.
Cosa sono? La stragrande maggioranza degli italiani non ne ha idea. Solo i veri fiorentini sanno che il vero nome di quelle nicchie è "buchette del vino" e che la loro storia affonda nel passato della città.
Ma cosa sarebbero queste buchette del vino?
Per farla breve, come potete intuire dal loro nome, sono delle buchette che in passato servivano per vendere vino ai clienti di passaggio.
Ma perché sono così piccole? E perché sono state quasi tutte murate?
La storia delle Buchette del Vino di Firenze
La loro nascita risale a molti secoli fa: alla fine del Medioevo, durante il XV secolo, l'economia medievale e rinascimentale fiorentina iniziò a incontrare l'intensa competizione dei paesi del nord, in particolare dell’Inghilterra.
Si rese necessaria l’espansione in nuovi mercati. Così, i nobili, i banchieri e i commercianti fiorentini decisero di investire i loro capitali nella terra e nei possedimenti agricoli. I nuovi proprietari terrieri puntarono sulla produzione dei prodotti tipici della zona e in particolare nel vino.
Così nacque la moderna cultura vinicola fiorentina.
Il problema dei nobili di città era riuscire a vendere quanto più vino possibile col minor impiego di energie.
Quei piccoli buchi nel muro furono la soluzione che trovarono.
I produttori vendevano direttamente il loro vino per strada, senza altri intermediari, come taverne e trattorie; evitando anche eventuali tasse e dazi.
C'era la vendita "ufficiale" dalla porta principale e quella "non ufficiale".
Da un lato, possiamo interpretare le buchette del vino come un antico drive-in fast food: passi, bussa alla porta, ti danno un bicchiere di vino, paghi e te ne vai. Dall’altro lato, bisogna sottilineare che la dimensione della finestra è stata intenzionalmente mantenuta così piccola da preservare l'anonimato degli acquirenti.
Ma erano anche usati contro la volontà dei proprietari. Colui che materialmente vendeva vino era un umile garzone stipendiato dalla famiglia nobile, non di certo il padrone. Si dice che spesso questi servi di famiglie ricche e potenti regalassero vino e eccedenze alimentari a mendicanti e poveri in generale. Una sorta di solidarietà di classe.
La caduta e la rinascita delle Buchette
Con l’arrivo della modernità, con uno stato centralizzato in grado di far rispettare le leggi e riscuotere le tasse, la tradizione cadde lentamente in disuso.
Per oltre un secolo, la "buchette" rimasero chiuse, silenziose e inutili.
Ma la situazione sta per cambiare.
Qualche giorno fa, un nuovo Bistrot chiamato Babae ha riaperto un “buchetta” in occasione della festa di inaugurazione del locale.
Babae si trova Via Santo Spirito, nel cuore di Firenze, una delle zone più storiche della città.
Per ora, è stato solo un happening celebrare l'apertura del Bistrot.
Ma sembra che abbiano la volontà di mantenere attiva la buchetta in futuro e far tornare a splendere questa tradizione secolare.
Noi di Globol non potremmo essere più felici: adoriamo Firenze, amiamo la storia e amiamo il vino. Camminare per le sue strette stradine e afferrare al volo un bel calice di Chianti da un misterioso buco nel muro, ci sembra un’ottima prospettiva!
Nel frattempo, puoi provare questo tour a piedi di Firenze con un aperitivo su Globol,
Forse, il giorno che passerai da Firenze, le “buchette” saranno già tornate a funzionare a pieno regime!